Tuesday, October 17, 2006

Spaccati di vita (stra)ordinaria

E' un po' che non scrivo e ho da raccontarvi molte cose, ma, non avendo il tempo materiale per riportare su tutto, ho deciso di selezionare gli eventi piu' significativi... dunque, di seguito, troverete spaccati di vita (stra)ordinaria.

Inizio dal racconto piu' ordinario. Quanti di noi nella vita hanno avuto di che ridire della mensa scolastica o aziendale? Credo piu' o meno tutti... fino a che non mi sono trasferito qui, avevo gli incubi sulla mensa di Aldermanbury (i miei ex-colleghi sanno di cosa sto parlando), ma credetemi c'e' di peggio. Il cosiddetto Uris Deli (dove deli sta per delicatessen e dovreste facilmente capirne tutti il significato) altro non e' che la mensa della business school di Columbia... e' orrenda. Chi gestisce il catering e' un becero! I panini sono sostanzialmente pietosi, vendono sushi che sembra baccala' e non hanno neanche i bastoncini per mangiarlo... che senso ha avere cibo giapponese se poi non ci sono i bastoncini per mangiare alla giapponese? Come se questo non bastasse, il caffe' e' la peggior acqua sporca che vi possiate immaginare e, se per caso pensate di riscaldarvi la piadina che avete appena comprato a base di swiss cheese e di tonno mediterraneo (ma non si sa bene da dove entrambi i prodotti veramente provengano), beh, vi si presenta una griglia che pare non essere stata pulita da quando e' stata acquistata qualche anno fa!

Il nostro prof. di Corporate Finance, Ken Ayotte
, ne e' un convinto oppositore. Non manca occasione in classe, in cui non critichi la mensa! Da esperto di bancarotta e ristrutturazioni, sa bene cosa sia il concetto di distruzione di valore e continua a ripeterci, come parte della didattica, che Uris Deli e' un ottimo esempio di tale concetto. In una situazione del genere compito del management e' semplicemente quello di restituire denaro agli azionisti e chiudere i battenti. Come non dargli ragione? Colti da compassione, ieri, gli abbiamo regalato la tessera fedelta' di Hamilton Deli, la mensa di Warren hall, l'altro edificio della business school, dove si mangia molto meglio! Unico difetto, proprio perche' la qualita' e' migliore, non crediate di arrivare alla mezza e di riuscire ad ottenere il vostro panino o la vostra insalata in meno di 20 minuti. La coda e' semplicemente monumentale... si rischia di stare in coda per strada. Prendendo a prestito altre nozioni di corporate finance... la qualita' ha un costo! Senz'altro non farete coda a Uris per acquistare il pranzo o un caffe'.


Ora passo ad una storia veramente incredibile. Ieri sera e' venuto a tenere una conferenza un certo
Bill Browder, co-fondatore di Hermitage Capital Management, hedge fund che opera sul mercato russo. Anzi, ne e' il piu' grande investitore estero, con circa 3 miliardi di dollari. La performance del fondo e' stellare +2550%, si' si' avete capito bene. Se avete investito 1 dollaro nel fondo alla sua apertura nel 1996 oggi ne avreste 26.50!


Il personaggio e' veramente eccentrico. Una breve biografia e' necessaria per spiegare come e' arrivato a mettere su il fondo. Dopo un MBA a Stanford a fine anni '80, Mr. Browder ha iniziato a lavorare come banker per Solomon Barney a Londra, occupandosi di est Europa, appena emersa dal crollo del muro di Berlino, dalla dissoluzione dei regimi comunisti e dalla fine del Patto di Varsavia. Nessuno pareva occuparsi della Russia e quindi, vuoi per necessita' di sopravvivenza, vuoi per acume nel comprendere le potenzialita' del mercato, si ritrova ad assumere il ruolo di banker per la Russia di Solomon Barney. Durante una consulenza ad una societa' che si occupava di pesca oltre il circolo polare artico, viene a conoscenza di quello che sta succedendo in Russia. Sostanzialmente il governo stava cercando di sviluppare attivita' capitalistiche, inesistenti sotto il regime sovietico, per cui distribuiva certificati, simili a titoli azionari, ad ogni cittadino, svendendo sostanzialmente l'intero sistema economico russo. La consulenza consisteva infatti nel valutare il vero valore del business in questione per suggerire al managment se acquistare dallo stato per pochi milioni di dollari un'attivita' che sulla carta valeva almeno un miliardo.


In poche parole il governo stava distribuendo al popolo russo il 30% dell'economia russa ad un valore di circa 3 miliardi di dollari. Ossia valutava l'economia russa 10 miliardi... dissestata fin che si vuole, l'economia russa ne valeva senz'altro di piu'! Basti pensare alle immense riserve di materie prime. Mr. Browder scorge le immense potenzialita' di guadagno, cosi' come le intravedono coloro che saranno destinati a diventare gli Oligarchi dell'economia russa. Data la situazione, precipitosamente ritorna al quartier generale di Londra, dove cerca di catturare l'attenzione di qualche senior banker, ma nessuno gli da retta, finche' non riesce a parlare con un gran capo di New York, che gli mette a disposizione 25 milioni da investire. Ora a Londra e' una star, ma ovviamente tutti vogliono avere la loro parte e il giovane Associate viene progressivamente emarginato dalla sua creatura: non ci sta e si licenzia, convinto di poter mettere insieme denaro per iniziare il proprio fondo di investimento. In fin dei conti e' lui che conosce cosa sta succedento e ha i contatti, e' lui che ha convito i clienti di Solomon Barney ad investire in Russia! Si tratta solo di convincerli a dargli mandato di amministrare i loro fondi.


Taglio alcuni passaggi, che coinvolgono altre, varie, difficolta'. Finalmente, nel 1996, riesce ad aprire il suo fondo a Mosca. In men che non si dica 100 milioni raccolti dagli investitori diventano oltre 1 miliardo! Ma il peggio sta per accadere: e' il 1997 e scoppia la crisi russa, il rublo arriva a perdere il 75% del suo valore sul dollaro e la stragrande maggioranza degli investitori occidentali fugge da Mosca. Risultato, il fondo ha ora disponibilita' per 150 milioni e le cose stanno solo per iniziare ad andare peggio. Le regole in Russia sono molto confuse e venendo a mancare i capitali occidentali, che imponevano un certo freno alle ruberie aziendali, gli Oligarchi si gettano a depredare le loro stesse aziende in tutti i modi possibili ed immaginabili. L'obiettivo: uno solo. La maggior parte di queste aziende fattura in dollari (le materie prime sono tipicamente vendute in dollari), ma ha costi in rubli. Ora, visto quello che vi ho appena raccontato, un'azienda che fatturava 5 miliardi di dollari e aveva costi per 4 miliardi, col rublo che perde il 75% del suo valore, abbatte i propri costi a 1 miliardo... automaticamente ci sono almeno 3 miliardi di cui ci si puo' impossessare! Questo e' pessimo per un fondo estero, che spera di rivedere i corsi azionari salire, visto che gli utili aziendali dovrebbero crescere a ritmi vertiginosi, se non ci fossero tutte queste attivita' illecite. Mr. Browder capisce che deve fare qualcosa per salvare la propria carriera. Inizia a parlare con gli Oligarchi per cercare di farli ragionare, ma questi, sostanzialmente, gli ridono in faccia... e qui scatta una molla: si va a materassi, tanto per citare il Padrino, che mi pare molto appropriato! Inizia un'attivita' rivolta ai partner commerciali delle aziende russe per raccontare quello che viene sta accadendo e che, potenzialmente, potrebbe succedere anche a loro. Da qui, si prosegue cercando di ricevere l'appoggio delle istituzioni. Dimenticavo, visto l'ambientino, occorrono svariate guardie del corpo!


Finalmente nel 2000 arriva al potere Putin, che inizia la sua personale campagna contro gli Oligarchi, culminata come tutti sappiamo con l'arresto di Kodorkovski e una sostanziale rinazionalizzazione delle attivita' energetiche russe. Insomma, Putin si dimostra un involontario alleato di Mr. Browder, perche' maggior credibilita' viene restituita alla governance aziendale russa, i bilanci sfoggiano utili stellari e i titoli azionari ritornano a correre, regalando i risultati che ho menzionato sopra.


Insomma, veramente interessante, direi. Non capita tutti i giorni di poter parlare con un personaggio di questo genere... non vorrei esagerare, ma difficilmente succede in un'altra scuola: questo e' il bello di Columbia!

Concludo con un'ultima notizia: il prof. Phelps, docente di Columbia, ha vinto il premio Nobel per l'economia, grazie ai suoi studi su dinamiche inflazionistiche e disoccupazione. Adesso l'universita' e' seconda, appaiata ad Harvard, nella speciale classifica del numero di docenti che hanno ricevuto il Nobel per l'economia, seconda soltanto all'universita' di Chicago.

Stavo quasi dimenticando. Qualcuno mi ha chiesto notizie sugli esami. A quanto pare non ne sto parlando... avete anche ragione! E' che mi pare un argomento meno interessante di quelli che sto trattando. Voglio dire, potete immaginare, se mi conoscete abbastanza, come stiano andando gli esami, per cui c'e' proprio poco da raccontare. Preferisco di gran lunga condividere i piccoli o grandi eventi che mi capitano qui a New York... prendetelo come il mio modo per dirvi che, anche se sono a 7,000 km dall'Europa cerco di trasmettervi le mie emozioni, come se ci vedessimo tutti i giorni per un caffe', un aperitivo o una birra.


il Vostro bugia nén

1 comment:

Ale said...

Fantastico... rivivo nelle tue parole i miei fantastici 18 mesi, grazie.

Consiglio: scrivi di meno e piu' spesso perche' quando scrivi articoli da 2000 caratteri la gente non li legge...

Ciao

A.