Tuesday, February 20, 2007

Il buco nei conti

Sto preparando una presentazione sul deficit commerciale americano, che ha ormai raggiunto livelli stellari (circa 700 miliardi di dollari all'anno) e mi sono imbattuto nel testo di un discorso di Bernanke, il governatore della Federal Reserve... e, devo dire, ne sono intrigato.

Non riporto il testo, perche' troppo lungo, ma per gli interessati, vi rimando al sito della Federal Reserve.

Vi lascio alcuni punti di riflessione:
  • I paesi sviluppati sono in situazioni analoghe agli USA (eccezion fatta per Giappone e Germania).
  • Per ovvie ragioni macroeconomiche, ad un saldo commerciale negativo, deve per forza corrispondere un saldo dei flussi finanziari positivo.
  • I paesi emergenti stabilizzano le loro economie, emettendo debito pubblico in valuta locale, destinato ai cittadini (stimolo al risparmio), e usano i proventi per acquistare asset (principalmente a stelle e strisce). Cosi' esercitano un controllo sui flussi di capitale e cercano di ridurre i rischi di crisi monetarie nei rispettivi paesi, tipo quelle asiatica e russa di fine anni 90.
  • Ci sono responsabilita' oggettive da ambo i lati, ma perche' risparmiamo poco? Il boom degli asset finanziari e immobiliari, pare essere una buona spiegazione: il rapporto tra ricchezza e quanto prodotto si e' dilatato nel recente passato.
  • Non dovremmo risparmiare di piu', visto che l'eta' media nei paesi industrializzati si sta alzando?
  • L'onda di denaro che ha sommerso i nostri mercati, ha mantenuto i tassi ad un livello storicamente basso, e, anziche' spingere gli investimenti in fattori produttivi, ha favorito soprattutto il boom edilizio. Sara' un caso che in Germania il mercato immobiliare sia pressoche' stagnante?
  • Le occasioni di investimento sono principalmente nei paesi emergenti. Ci sara' quindi un'inversione? Sicuramente, oggi ci stiamo indebitando, la questione e' quanto brusca sara' questa inversione.
  • C'e' veramente correlazione tra deficit pubblico e commerciale? A giudicare da quanto visto negli USA di fine anni 90, in Giappone e Germania oggi, non sembrerebbe.
  • I prezzi energetici hanno influito solo parzialmente su questo scenario.
Dove andremo a finire? Non lo so. Abuso del detto keynesiano, secondo cui nel lungo periodo siamo tutti morti (o il piu' cristiano "ricordati che sei polvere ed in polvere ritornerai") e quindi non bisogna preoccuparsi del futuro. Io rimango un accanito risparmiatore (come ben sapete)! La nostra societa' sta forse facendo la fine dei grandi imperi del passato? Chi vivra' vedra'.

il Vostro bugia nén

1 comment:

Pluto said...

interessante post! grazie per aver condiviso kueste idee