Wednesday, December 12, 2007

Noi ragazzi del 78

Per i miei coetanei e me si avvicina il giorno in cui diventeremo trentenni. Nel mio caso non vedo l'occorrenza dell'evento come un fatto negativo... semmai positivo. Anni di felicita', soddisfazioni, sfide, vittorie, sconfitte, da cui abbiamo imparato, e quant'altro: insomma ho qualcosa di cui vale la pena raccontare!

Stavo sfogliando il blog di un'amica e mi ha colpito il suo ultimo post, dove racconta della sua generazione - e' di qualche anno piu' giovane del sottoscritto - e mi sono permesso di copiare e liberamente interpretare e riadattare alla mia generazione.

Noi siamo i ragazzi del 78

Noi che ci divertivamo a giocare a pallone al Fante e quando arrivava il Civic, ci faceva puntialmente la multa


Noi che dicevamo ai nonni che andavamo in bici in giardino e poi aprivamo il cancello solo per allungare un po' il giro e alla fine scappavamo e tornavamo dopo un'ora, e i nonni, preoccupati, ci facevano il cazziatone

Noi che se i nonni ci dicevamo di non giocare con l'acqua, ci facevamo di nascosto le scorte e si continuava imperterriti per tutto il pomeriggio

Noi che i vetri e le porte a casa dei nonni li abbiamo rotti tutti.... a volte passando attraverso le porte a vetri senza neanche aprirle... e per fortuna siamo ancora qui a raccontare questi eventi


Noi che in spiaggia giocavamo a biglie e costriuvamo dei percorsi che ci voleva talmente tanto tempo a realizzarli, che quando si poteva finalmente giocare era ora di tornare a casa


Noi che sui pullman delle gite non mancava mai 'dire fare baciare lettera testamento'


Noi che i pattini avevano 4 ruote e si allungavano quando il piede cresceva


Noi che col Lego ci siamo cresciuti, come i nostri padri sono cresciuti col Meccano

Noi che ingegneri elettronici lo siamo sempre stati, visto che i nostri trenini elettrici andavano piu' veloci del Pendolino


Noi che chi andava in bici senza mani era il migliore


Noi che 'posso giocare anch'io?' 'e no...sai, la palla non è mia'


Noi che suonavamo al campanello per chiedere se c'era l'amico in casa, che puntualmente non c'era e quindi chiedevamo se c'era la cremeria (la pubblicita' della Cremeria Motta)

Noi che il piu' famoso testimonial della Lavazza e' Manfredi e piu' lo mandi giu' piu' ti tira su

Noi che dove c'e' Barilla c'e' casa e abbiamo imparato a suonare il piano catturando le note della colonna sonora della pubblicita'


Noi che dopo la prima partita c'era la rivincita, poi la bella e poi la bellissima e se c'era tempo si faceva anche un giro di tedesca


Noi che se passavamo la palla al portiere coi piedi e se lui la raccoglieva con le mani non era fallo


Noi che forse eravamo gia' destinati alla finanza, visto che le regole del Monopoli le adattavamo alle peggiori tecniche di strozzinaggio


Noi che quando si giocava all'impiccato la D stava sempre per Domodossola


Noi che Domodossola sappiamo dov'e', visto che i preti da cui siamo andati a scuola li' hanno una delle loro sedi


Noi che, se al lago di Misurina ci dicevano di fare quello che volevamo, affittavamo i pedalo' e poi scatenavamo l'inferno

Noi che a Porto Cervo e Porto Rotondo si faceva il giro di tutte le banchine tutte le volte... perche' le barche erano troppo belle

Noi che a Mortorio ci siamo stati quando ancora non c'era troppa gente


Noi che ci mancava sempre la figurina di Maradona per finire l'album Panini


Noi che ce l'ho ce l'ho...MANCA

Noi che sappiamo che il miglior cartoon della Disney non e' la Bella e la Bestia, ma Robin Hood


Noi che in TV guardavamo Goldrake, Ufo Robot, la Famiglia Addams, Hazard, Supercar, l'A-Team e Magnum P.I.


Noi che sappiamo che Bonolis ha iniziato con BIM BUM BAM


Noi che cercavamo di far sorridere i sofficini ma si rompevano sempre in due


Noi che non avevamo il cellulare per andare a parlare in privato sul terrazzo


Noi che i messaggini li scrivevamo su dei pezzetti di carta da passare al compagno


Noi che l'unica macchina fotografica per fare foto istantanee era la Polaroid


Noi che non era Natale se alla tv non vedevamo la pubblicità della Coca Cola o della Bistefani, col tizio che diceva 'e chi sono io, Babbo Natale?'


Noi che non era Natale se Italia 1 non trasmettava 'Una Poltrona per Due" alla Vigilia e 'Balle Spaziali' il 31


Noi che siamo nati e cresciuti con Guerre Stellari, la trilogia originale non il prequel che non e' neanche lontanamente paragonabile alla grandezza dell'originale

Noi che abbiamo guardato Profondo Rosso e... sappiamo dove e' stato girato


Noi che nei corridoi a scuola si faceva a gara a chi faceva lo sgambetto al compagno che ti stava davanti


Noi che i corridoi e le scale della scuola li abbiamo consumati a furia di camminare 'in riflessione dei nostri peccati' per ore ed ore ogni settimana


Noi che il bagno si poteva fare solo dopo 2 ore che avevi finito di mangiare a meno di mangiare direttamente in acqua


Noi che a scuola andavamo con cartelle da 2 quintali e senza rotelle


Noi che quando a scuola c'era l'ora di ginnastica era come se le porte dell'inferno fossero state aperte... succedeva il delirio


Noi che a scuola il maestro si inalberava se il voto dell'interrogazione di storia era piu' alto del voto di condotta


Noi che le ricerche le facevamo in biblioteca, mica su Google


Noi che internet non esisteva


Noi che il 'Disastro di Cernobyl' l'abbiamo vissuto e se i coetanei dei nostri genitori non avessero votato contro il nucleare, oggi avremmo energia pulita ad un costo piu' basso


Noi che la merenda era sempre e solo del Mulino Bianco o della Ferrero


Noi che la merenda portata da casa, all'intervallo era sempre in briciole


Noi che però sapevamo che erano le 4 perché stava per iniziare BIM BUM BAM


Noi che il primo novembre era 'Tutti i Santi', mica Halloween


Noi che siamo nati quando Giovanni Paolo II e' diventato Papa e, grazie a Lui, il mondo e' cambiato


Noi che abbiamo conosciuto i paninari col monclerino che perdeva il piumino in ogni dove


Noi che abbiamo vissuto la moda del Barbour, che se andavi in Scozia e vedevi uno vestito bene col Barbour addosso sapevi che era un Italiano, visto che li' lo usano solo per andare a caccia e a pesca

Noi che se ci facevamo male a scuola... un po' di alcool sulla ferita, un po' di dolore e tutto era passato

Noi che quando la nonna ci dava l'amaro Giuliani, se avevamo il mal di pancia, ci passava tutto in dieci minuti

Noi che quando il Preside del D'Aze veniva a cercarci eravamo sempre in bagno o al bar

Noi che il bar del D'Aze era la nostra seconda casa

Noi che quando ci siamo presentati l'ultimo giorno di scuola con i capelli tinti di verde e blu tutti ci hanno applaudito e il Preside, stupito, ci ha chiesto se veramente avessimo intenzione di andare a studiare alla Normale a Pisa

Noi che Capodanno lo si festeggiava iniziando il 30 al Black Sun o al Tabata

Noi che colazione al primo dell'anno la facevamo a base di acciughe al verde

Noi che un micone di pane e un barattolo di Nutella non bastava per far colazione prima di andare a sciare

Che fortuna, esserci stati! Che bello potervelo raccontare!

Sunday, December 09, 2007

Grande Italia

Ieri mi sono gustato, in differita, il trionfo italiano nella mia specialita' alpina preferita, lo slalom gigante... quella dove la tecnica la fa da padrone!

Max Blardone primo e Manfred Moellg secondo... e dietro loro il resto della squadra. Abbiamo senz'altro alcuni dei migliori atleti al mondo, magari non troppo costanti (vedi le Olimpiadi in casa dell'anno scorso), ma che spettacolo vederli sciare. Se poi pensiamo che la federazione non ha soldi, questo ha quasi del miracoloso.

E oggi abbiamo fatto il slalom addirittura 3 nei primi 5! Ma dico io, cosa servira' ancora per portare uno degli sport piu' belli alla ribalta del piccolo schermo? Dopo Tomba e Compagnoni lo sci e' stato sostanzialmente dimenticato.









Se non fosse per la Formula 1 e le moto, l'unico sport trasmesso in TV sarebbe il calcio. Eppure abbiamo campioni che vincono in tutti gli sport dalla pallavolo, allo slittino, allo sci di fondo, alla corsa e via discorrendo... forse con piu' attenzione mediatica, maggiori sponsorizzazioni potrebbero garantire piu' continuita' di successi.

Non sono un esperto di marketing, ma suggerirei a parecchie aziende di puntare su sport diversi dal calcio: i ritorni potrebbero essere sorprendenti, perche', a dispetto di tutte le porcherie di cui la politica ci riempie le orecchie, siamo ancora una grande nazione.

il Vostro bugia nén

Sunday, November 25, 2007

Greed & Fear - Avidita' & Paura

Ho scelto con convinzione le due parole che compongono il titolo di questo post per una semplice ragione: avidita' e paura sono i sentimenti che spingono e governano i mercati finanziari di tutto il mondo.

Quando le cose vanno bene, l'avidita', unita all'euforia, fa schizzare all'insu' i corsi dei titoli... quando l'incertezza inizia a far capolino, la paura vi si associa, spingendo all'ingu' i prezzi. I grandi investitori, Warren Buffett in primis, sanno dominare questi istinti e non farsi eccessivamente condizionare da essi. In questo modo, quando tutti sembrano fuggire, loro rimangono in attesa e colgono le occasioni che l'eccessivo pessimismo del mercato offre loro; ugualmente attendono che l'euforia abbia preso il sopravvento per vendere.

Questo ragionamento mi pare fili che e' una meraviglia. Ma se fosse cosi' facile comportarsi da investitore, come mai i veri investitori sono pochi? Non e' facile spiegare le ragioni... forse perche' investire e' piu' un'arte che una scienza, ma ci sono alcuni paradigmi che si ripropongono in ogni grande investitore:
  1. Disporre sempre di liquidita', soprattutto quando il mercato inizia a perdere terreno;
  2. Mantenere la tranquillita' e non farsi prendere da eccessi ne' di euforia/avidita' ne' di paura;
  3. Aver pazienza e saper temporeggiare, attendendo l'attimo propizio per operare;
  4. Mantenere obiettivi di investimento a lungo (se non addirittura lunghissimo) termine.
Il primo punto e' fondamentale; ho gia' parlato, in precedenti post, di come l'effetto leva, ossia l'indebitarsi per accrescere il ritorno sugli investimenti, sia alla base di quasi tutte le crisi finanziarie della storia (a partire dai tulipani nell'Olanda del 1600 fino ai giorni nostri). Disporre di liquidita', soprattutto quando essa e' piu' necessaria, pone in una posizione di forza, una posizione da cui si possono dettare le regole e le condizioni del gioco - ossia acquistare buoni investimenti a prezzi stracciati, perche' qualcuno ha talmente bisogno della nostra liquidita' da essere disposto a pagare un premio pur di entrarne in possesso.

Ovviamente, disporre di liquidita', quando il mercato e' in difficolta', facilita il non cadere nella trappola della paura, garantisce tranquillita' e favorisce l'attesa e la pazienza... insomma tutte qualita' necessarie a garantirsi un ruolo di forza nell'effettuare investimenti a prezzi convenienti.

In ultimo, mantenere obiettivi di investimento a lungo termine, ci allontana ancora di piu' dalle chimere dell'avidita' e permette di ragionare sugli investimenti in modo piu' obiettivo e meno viscerale (seguire la massa).

Non dovrebbe sorprendere che Warren Buffett sia diventato il personaggio che tutti conosciamo avendo costruito all'interno della sua azienda una grande attivita' di (ri)assicurazione. Chi meglio delle compagnie assicuratrici ha obiettivi a lungo termine? Chi meglio delle compagnie assicuratrici fa dell'analisi dei rischi ed opportunita' degli investimenti una parte fondamentale del proprio modello operativo?

La paura sta iniziando a pervadere i mercati finanziari mondiali; aziende che assicurano le emissioni obbligazionarie (Ambac Financial e MBIA in primis) sono in crisi di liquidita' a causa dell'attuale situazione... qui puo' facilmente entrare in gioco Buffett, che possiede una tonnellata di liquidita' e puo' salvare aziende in crisi, acquisendole a prezzi di convenienza, attendere che la situazione migliori e portare a casa lauti profitti.

Quando tutti scappano... qualcuno attende la sua occasione per entrare in gioco. Potrebbe essere questa un'opportunita' per vedere uno scatto d'orgoglio da parte del comparto assicurativo europeo, che, fatte salve alcune eccezioni, non ha propriamente brillato negli ultimi anni?

Il tempo ci dira'...
il Vostro bugia nén

Sunday, November 11, 2007

La pazza corsa del petrolio

Sembra ormai sempre piu' vicino il giorno in cui il petrolio sfondera' la soglia dei $100 al barile... ho letto sul Wall Street Journal un interessante articolo, che spiega come questo prezzo non sia sostenibile, per 10 ragioni:
  1. Ci sono scorte pari a 4.2 miliardi di barili stoccate nelle cisterne (record storico)
  2. Le riserve accertate sono pari a 1400 miliardi di barili e con miglioramenti nelle tecnologie di estrazione si potra' in futuro estrarre dalle sabbie bituminose, dove si stimano riserve per 1700 miliardi di barili
  3. La produzione crescera'
  4. I costi di produzione sono sostanzialmente inferiori ai $100 al barile... anche tenendo in conto gli investimenti per perforazione non si va oltre i $30/40 al barile
  5. Le esportazioni iraniene non diminuiranno - le conseguenze sarebbero negative da ambo i fronti
  6. I prezzi troppo elevati stanno riducendo la domanda
  7. I prezzi troppo elevati stanno spingendo sempre piu' governi ad eliminare sussidi
  8. Energia da petrolio e' in questo momento piu' cara di quella da gas
  9. Il dollaro debole e' una finta scusa per giustificare prezzi cosi' elevati
  10. La speculazione sta artificialmente spingendo in alto i prezzi
Non condivido tutte le ragioni qui esposte, ma, chi mi conosce bene, sa che sono un fervido sostenitore dell'ultimo punto. C'e' senz'altro troppa liberta' di speculazione offerta agli investitori finanziari sul petrolio, cosi' come su ogni materia prima. Se gli investitori finanziari fossero sottoposti agli stessi costi, cui sono sottoposti gli operatori che acquistano fisicamente materie prime per mandare avanti le loro attivita' industriali, la speculazione diventerebbe molto meno appetibile e i prezzi delle materie prime quasi sicuramente diminuirebbero consistentemente. Mi rifaccio in questo ragionamento ad una ricerca che era stata pubblicata nel 2005, di cui purtroppo pero' non trovo piu' copia, in cui si riferisce come $25-35 al barile siano frutto di attivita' speculativa (potete fare una veloce ricerca su Google ed imbattervi in svariati articoli che sostengono questa ipotesi).

Ora con questo ragionamento non si vuole criminalizzare gli investitori finanziari. Questi operano in base a quello che il sistema consente loro di fare. Cio' pero' non vuol dire che qualora ci siano errori nel sistema, questi non possano essere corretti. Di questo non se ne parla praticamente mai, ma potrebbe evitare di farci piombare nell'ennesima bolla speculativa di questi anni, da aggiungersi a dot.com, subprime, leveraged buyouts e cartolarizzazione di strumenti a lungo termine finanziata con emissioni a breve... non trovate che in fin dei conti il tema comune e' poi sempre lo stesso? L'effetto leva.

il Vostro bugia nén

Wednesday, November 07, 2007

Alternative Investments

E' passato qualche giorno dalla mia ultima comunicazione e mi pare opportuno darvi un rapido aggiornamento. Sono stato molto impegnato, causa varie consegne per i corsi che sto seguendo, in particolare ristrutturazione aziendale e analisi finanziaria mi hanno portato via una montagna di tempo.

Per ristrutturazione ci siamo cimentati nel preparare il piano di rifinanziamento, post-bancarotta, di Foamex, azienda leader mondiale nella produzione di schiume, che vengono utilizzate nei piu' svariati settori: auto, elettronica, trasporti industriali, coibentazione termica per gli edifici, mobili, materassi e cuscini (quelli ortopedici di cui si vede un mare di pubblicita' in tv). Lavoro abbastanza ciclopico, ma molto interessante, visto che la discussione in classe e' stata moderata dalla banca che si e' occupata di gestire il piano di ristrutturazione: insomma abbiamo avuto la miglior prospettiva possibile sulle difficolta' incontrate.

Quanto ad analisi finanziaria, ho dovuto preparare un rapporto su FedEx ed esprimere un giudizio sul titolo (buy o sell), specificando un prezzo obiettivo a 18 mesi. Ho passato una buona settimana a scartabellare nei bilanci aziendali, scovare le scelte manageriali di FedEx e dei rivali, analizzare le possibili aree di sviluppo del business e via discorrendo... la mia sensazione e' che il titolo sia sottovalutato e quindi sarebbe da comprare (stabilita' delle borse permettendo), con obiettivo a $120 per azione (oggi sta trattando a $102).

In ultimo, arrivo all'argomento del titolo di questo post: alternative investments. Sto seguendo un corso di venture capital e ieri ho avuto modo di scambiare alcune considerazioni con Jason Mendelson, uno del settore. Mi e' parso una persona molto in gamba. Anche lui ha un suo blog, nel quale si occupa di trattare tematiche legate all'attivita' di venture capital. Dato che mi pare molto interessante, vi rimando al link, se siete interessati ad esplorare questa categoria alternativa di investimento: http://www.askthevc.com/

il Vostro bugia nén

Friday, October 26, 2007

Giornata uggiosa

Oggi e' stata una giornata veramente uggiosa: mi son svegliato con la pioggia e sta ancora dandoci dentro (sono le 19 ora locale)! Se non altro questo mi ha dato la forza per concentrarmi su un lavoro che sto facendo: per un corso che seguo, mi hanno dato da analizzare il business model di FedEx, "rovistare" sui bilanci per tirar fuori qualche anomalia, stimare il valore intrinseco dell'azienda e... infine, dare una raccomandazione di acquisto/vendita sul titolo con prezzo obiettivo per il 2008 e 2009.

Ci vuole proprio una giornata uggiosa, per concentrarsi su questo lavoro!

Punto la vostra attenzione sul MLEC (Master Liquidity Enhancement Conduit); un di maxi fondo di cartolarizzazione, promosso da alcune delle piu' grandi banche americane, per cercare di ristabilire credibilita' nel mercato dei prodotti cartolarizzati (soprattutto i tanto chiacchierati mutui subprime), impegnandosi ad acquistare le tranche a miglior qualita' e con lo scopo ultimo di ripristinare il vitale mercato dei finanziamenti a brevi (commercial paper o pronto/contro termine, che dir si voglia). Il successo di questa operazione non e' ancora chiaro... visto che si sta ancora discutendo sui termini per mettere insieme il fondo. Mi pare pero' interessante la similitudine con la crisi finanziaria dell'autunno 1907, qui negli States... non dovrebbe sorprendere che, oggi come allora, una delle banche, protagonista del salvataggio di un secolo fa, sia tra i fautori di iniziative volte a cercare di risolvere la situazione ed evitare ulteriori conseguenze negative per l'economia.

il Vostro bugia nén

Wednesday, October 17, 2007

Tasso di sconto

Mi sembra logico un commento sulla mossa della Fed di tagliare, 3 settimane fa, il Fed Fund Rate di mezzo punto. Non ho scritto prima, perche' volevo attendere l'annuncio dei risultati trimestrali delle banche.

I mercati finanziari hanno visto il taglio come un segnale positivo, di sostegno della Fed al mondo finanziario, in difficolta' a causa della bolla creditizia, venuta a galla quest'estate. La mia reazione a tale decisione era stata di gran stupore: il compito di qualsiasi banca centrale non e' tanto quello di salvare il mondo finanziario (dove molti degli attuali problemi risiedono nelle cause analizzate lungamente in queste colonne durante l'estate e nel fatto che prestiti a lungo vengono oggi finanziati principalmente a breve... era logico che il "giocattolo" finisse per rompersi), quanto quello di difendere l'economia dalle conseguenze di una violenta recessione. Mi spiego: gente che perde la propria casa perche' non riesce piu' a pagare il mutuo e che, magari, finisce per perdere pure il lavoro, a causa di una recessione, finisce per perdere tutto. Questo sarebbe un danno molto grave per qualsiasi economia e, purtroppo, ci sono alcune zone negli States dove questo rischio e' presente, proprio a causa della bolla creatasi in questi ultimi anni.

Ora, e' ovvio che la Fed sia intervenuta tempestivamente per arginare i danni. Quello che mi auguro e' che nel prendere tale decisione non si siano fatti trasportare dalla paura e abbiano reagito in eccesso a quanto realmente necessario. E' di oggi, infatti, la notizia che l'inflazione qui continua a schizzare all'insu': +3.6% nei primi 9 mesi, contro il +2.5% per tutto il 2006. Questi sono chiari segnali di una sensibile spinta inflazionistica, che suggerirebbe un rialzo dei tassi d'interesse.

Provando ad interpretare questi dati, mi vien da pensare che lasciare i tassi invariati, a settembre, fosse la soluzione migliore da adottare. Se proprio si voleva lanciare un segnale di sostegno per alcuni settori economici, un taglio di un quarto di punto poteva essere piu' che sufficiente. Mezzo punto, a mio avviso, non fa altro che continuare ad alimentare la speculazione; temo, e mi auguro di sbagliarmi, che finira' per aggravare o prolungare questa situazione di ristagno.

Staremo a vedere. Continuero' a tenervi aggiornati periodicamente sugli sviluppi, visto che rappresentano una parte rilevante del mio lavoro estivo e post-master.

il Vostro bugia nén

Monday, October 15, 2007

Visto che me lo chiedete...

... vi accontento con un commentino sul derby: la partita e' stata quantomeno brutta, nervosa e piena di falli. Non credo che il Toro meritasse di perdere, cosi' come i pigiami di vincere. Trezegol era in fuorigioco e se il nostro Dellafiore non avesse spizzicato la palla, questa sarebbe arrivata comunque a Trezegol, che si sarebbe palesemente trovato in fuorigioco.

Ora, da sportivo, accetto quanto dice la regola sul fuorigioco, ma credo che sia palese quanto sia errata. E non sono solo io a dirlo, l'hanno detto in tanti. Che poi, tanto per cambiare la regola abbia favorito i pigiami, beh... questa e' solo consuetudine, come ormai succede da molti, molti anni. Un po' piu' di purgatorio avrebbe fatto bene ai cugini!

Friday, October 12, 2007

Orgoglio granata

Mentre facevo colazione stamattina, ho letto questo articolo apparso sul sito internet de La Stampa: "Cairo-Chiamparino, schiarita sugli stadi". Si discute della possibilita' di ricostruire il Filadelfia (e speriamo che sia la volta buona!) e di ampliare l'Olimpico.

Ma la cosa piu' interessante e' questo commento del Chiampa: "Oltre all’impegno - ha replicato Chiamparino - abbiamo già pronti 3,5 milioni di euro. Ora bisogna trovare le risorse finanziarie dei privati (almeno altri 10 milioni di euro, ndr) garantendo loro anche profitti commerciali. Io sono però un sindaco tifoso e la storia dimostra che Torino è stata e resterà granata. Due anni fa rischiava di scomparire un pezzo della città e io ci tengo a ringraziare Cairo per aver buttato il cuore oltre l’ostacolo".

Grazie Chiampa e, ovviamente, forza Toro!

Friday, October 05, 2007

S. Margherita - un anno dopo

Ebbene si' e' gia' passato un anno dalla navigata trionfale del team di Columbia alla MBA's Cup a S. Margherita Ligure e forti di 24 impavidi velisti ci siamo nuovamente diretti alla volta della magnifica localita' ligure per cercare di centrare la doppietta...

... il tempo non ci ha assistito per nulla, con continui temporali e un'umidita' tale da farti scricchiolare le ossa! E poi, a dirla in tutta onesta', abbiamo regatato abbastanza male: sbagliato tutte o quasi le partenze, varie penalita' rimediate per eccesso di foga e altri vari piccoli errori, che ci sono costati il quinto posto. Non male, considerato che c'erano 21 barche a competere, ma ben al di sotto delle nostre aspettative di podio, soprattutto con la vittoria che e' andata ai bravissimi ragazzi di Tuck (Dartmouth University), che per i lettori assidui dovrebbe ricordare la gara invernale di sci! Tuck si trova al confine tra New Hampshire e Vermont, a oltre due ore d'auto dal mare: come si sono potuti allenare? Facciamo fatica qua a New York, a due passi dal mare, a trovare il tempo per allenarci!

Comunque complimenti, perche' sono stati quelli che hanno commesso meno errori e mi sono sembrati tutti dei validi velisti. Noi cercheremo di rifarci il prossimo anno.

Vi lascio con alcune foto.

il porto di S. Margherita

io al timone







durante la regata

uno scorcio di turchese









Portofino by night

Un abbraccio,
il Vostro bugia nén

Friday, September 14, 2007

Alitalia - Malpensa - Ryanair

Devo ammettere che mi lascia alquanto perplesso quanto sto leggendo in questi giorni sui giornali italiani. Possibile che la nostra Nazione pur di difendere tesi utopiche, sia disposta a sacrificare il proprio sviluppo economico, unica speranza che abbiamo di provare a risolvere i problemi che affliggono il paese?

Prima ho letto che Alitalia vuole ridurre la sua presenza a Malpensa, per concentrarsi su Fiumicino. Alcune domande che dovremo porci. Chi genera un maggior giro d'affari, l'utenza business o quella per turismo? Visto che si vuole sacrificare Malpensa, per facilitare i flussi turistici, cosa succedera' all'utenza business? Non succedera' forse che svariate compagnie si impegnaranno a garantire connessioni dirette con il nord Italia, togliendo ancor piu' traffico ad Alitalia? Non servirebbe un impegno deciso a migliorare i collegamenti con Malpensa e rendere l'aeroporto piu' efficiente?

Preferisco non rispondere in questo momento alle domande, che ho sollevato, e lasciarvi riflettere sulle implicazioni che le risposte a quelle domande possono avere, nella buona come nella cattiva sorte.

Vi lascio invece con un articolo di Giavazzi, dal CorSera di oggi, che secondo me ben presenta la situazione, citando anche alcune saggie considerazioni del Ministro dell'Economia.

Gli irlandesi in lista d'attesa
Il governo e il futuro dello scalo lombardo
di Francesco Giavazzi

«I britannici esulterebbero se a Wimbledon vincesse di nuovo un inglese, dopo decenni; ed esulterebbero i produttori britannici di racchette (se ancora ve ne fossero) se tutti i partecipanti al torneo usassero solo racchette made in England. Ma qualora il governo britannico manovrasse a tali fini premi di ingaggio ai giocatori, scelta degli arbitri, sorteggio dei turni, tifo del pubblico, il torneo scomparirebbe dal calendario dei veri campioni, dei programmi televisivi e dai bilanci pubblicitari. Una perdita netta per la Gran Bretagna». Così scriveva il ministro dell'Economia Tommaso Padoa-Schioppa su queste colonne il 14 luglio 2005. Ryanair gli offre oggi l'occasione di realizzare questo progetto... e così, paradossalmente, di contraddirsi quando sostiene che «Scrivere sui giornali è facile ma l'amministrazione dello Stato è una cosa seria». La vicenda di Alitalia è un esempio illuminante dei disastri che può fare la politica quando si sostituisce agli imprenditori privati. Quindici anni fa Alitalia era un'azienda ambita, soprattutto dalle compagnie aeree orientali che cercavano un hub europeo. Non se ne fece nulla. L'elenco di chi si oppose alla privatizzazione è lungo: i sindacati dei dipendenti (e si può capire), politici abituati a spartirsi non solo i posti in consiglio di amministrazione ma giù giù fino ai direttori degli uffici acquisti, e anche l'azionista del tempo, l'Iri di Romano Prodi, che asseriva: «Prima valorizzare, poi vendere». Si è visto.

Da allora su 15 bilanci Alitalia ne ha chiusi in attivo non più di due. Se non è ancora fallita è solo grazie al denaro che i contribuenti hanno versato, un aumento di capitale dopo l'altro. Oggi la storia si ripete. Dopo aver indetto un'asta per vendere l'azienda — e averla mandata a vuoto — che ha fatto il governo? Ha affidato Alitalia ad un manager dell'Iri, Maurizio Prato, con il compito di preparare un piano industriale per valorizzarla. Nel frattempo l'azienda continua a perdere 40-50 milioni di euro al mese. Dieci anni fa trascorrere una giornata a Londra era un privilegio dei benestanti. Il prezzo del biglietto era proibitivo e coloro che non abitavano nelle grandi città dovevano lasciare il lavoro cinque ore prima del volo. Ryanair porta a Londra da Brindisi e da Montichiari con poche decine di euro. Oggi la compagnia irlandese chiede alla Sea (l'azienda che gestisce gli scali aerei della Lombardia) di poter acquistare 50 slot tra Malpensa e Orio al Serio per aprire nuove rotte europee e collegamenti tra Milano e il Mezzogiorno. Offre di investire un miliardo di euro. Le rotte intercontinentali sono per ora escluse, verranno il giorno in cui la liberalizzazione aprirà i voli transatlantici alle compagnie low cost. Ma per farlo Ryanair chiede di poter acquistare slot pregiati, non gli scarti di Alitalia. Chiede anche che Malpensa raggiunga livelli di costi ed efficienza simili a quelli di altri aeroporti europei dai quali è ancora distante. Che faranno il governo e gli enti pubblici della Lombardia? Continueranno a proteggere i dipendenti di Sea e quelli di Alitalia, che poveri certo non sono, e i molti parassiti che vivono alle spalle dell'azienda fornendo servizi a prezzi fuori mercato. Oppure faranno finalmente «qualcosa di sinistra»?

Sunday, September 09, 2007

Un po' di vela

Dopo svariati secondi posti nelle regate, seppur poche (causa lavoro), a cui ho partecipato durante l'estate, finalmente e' arrivato un successo, direi ampiamente meritato. A bordo di Dybbuk, un 28 piedi molto bello disegnato dagli stessi cantieri che negli anni '70 disegnavano i 12m per la Coppa America, abbiamo dominato partenza, bolina e poppa, vicendo tutte e 3 le gare in programma oggi e aggiundicandoci il trofeo, messo in palio dal nostro yacht club. Non sto ad annoiarvi con le mie storie veliche, per cui vi lascio con la foto della premiazione.


Un abbraccio,

il Vostro bugia nén

Saturday, September 08, 2007

Guida culinaria - Capitolo IV

Essendo appena ritornato a New York, mi pare opportuno esordire con un post culinario. Oggi parlero' di un altro dei ristoranti dove mi reco piu' di frequente: Gennaro, su Amsterdam Ave, tra la 92a e 93a strada.

Come potete ovviamente intuire dal nome, il ristorante e' italiano, gestito da italiani... cosa sempre piu' rara qui a New York. Il posto e' grazioso, anche se parecchio affollato. Ma questa e' indicazione della qualita' delle cucina.

Personalmente mi piacciono molto gli antipasti. Qui si puo' spaziare dalla pasta e fagioli, ai calamari alla griglia, al carpaccio di manzo e Grana. Per le portate principali potete farvi conquistare da svariati tipi di pasta, oppure un fantastico stinco di agnello.

Io personalmente mi lascio sempre conquistare dalle specialita' del giorno. La ragione? Ovvio, no? I piatti del giorno sono quelli preparati con quanto ricevuto in giornata, quindi sono piu' freschi e poi, in questo modo, si evita di mangiare sempre le stesse cose... e questo succede quando andate nello stesso posto troppo spesso!

Devo ammetterlo, questo posto mi aggrada, perche' non e' il classico ristorante italiano. Mi ricorda piu' la cucina casalinga, semplice, ma ben presentata. Insomma e' un piacere passare una serata da Gennaro.

Servizio: 3.5 stelle, cibo: 4.5 stelle, carta dei vini: 3.5 stelle - totale 4 stelle.

Monday, September 03, 2007

Peru - la gente

Come promesso, alcune foto di quotidianita' andina: scene di mercato, folklore e semplice spaccato quotidiano. Spero vi piacciano.

il Vostro bugia nén

un po' di riposo dopo una lunga giornata al mercato

setacciamento del frumento, per separare i chicchi dal resto della spiga

dopo il mercato... inizia il lungo ritorno dalla citta' verso la propria casa sulla montagna














bimbi del popolo Uros, gli abitanti delle isole galleggianti sul lago Titicaca














Folklore a Yanque, nel Canyon del Colca





... verso casa con il lama

tessendo per i turisti

con un agnellino in braccio

Sunday, September 02, 2007

Peru - il viaggio - da 0 a 5000m di altitudine e ritorno - Parte II

Gli ultimi 3 giorni sono in continua discesa... altimetrica, ovviamente! Dal Colca risaliamo ai 5000m del passo andino e puntiamo il nostro fuoristrada verso i tre vulcani che circondano Arequipa: Chachani, Misti e Picchu Picchu. La visita piu' interessante e' al monastero di Santa Catalina, una vera e propria citta' nella citta'.















giochi di luce dalle vetrate del refettorio


Da una vallata fertile come quella di Arequipa, a circa 2300m di altitudine, il nostro cammino ci riporta verso il mare ed un territorio particolarmente arido. Questo, pero', non ha impedito alla vita umana di svilupparsi: infatti sulla cordigliera ci sono molti corsi d'acqua, che scompaiono sotto terra in questo deserto, per riaffiorare vicinissimi al mare. La cultura Nazca ha saputo trovare l'acqua nelle sue faglie sotterranee e creare un sistema di acquedotti, ancor oggi usato, per coltivare parte di questo territorio arido ed inospitale. Insomma, non solo le enigmatiche linee, ma anche capacita' ingegneristiche e talento artistico nel vasellame... qui abbiamo conosciuto un simpatico signore, di discendenze italiche, spagnole e andine, che ci ha fatto apprezzare l'antica tecnica della lavorazione dell'argilla, per la produzione dei vasi Nazca.

Ad ogni modo, la cosa piu' bella rimangono le famose linee e figure ricavate sulla pianura desertica della zona. Abbiamo effettuato il sorvolo in aereo... certo, con luce molto intensa non sono facilissime da vedere, ma il filmato del colibri e' venuto particolarmente bene.


Linee di Nazca - il colibri

Il mistero sulle linee rimane ancora grande... di certo non si puo' rimanere indifferenti di fronte all'ennesima prova di capacita' dell'uomo.

E ora veniamo alla parte piu' triste del viaggio... la testimonianza della distruzione causata dal terremoto nella zona di Pisco-Paracas-Ica. Qui, come in altri spezzoni di questo racconto, preferisco lasciar spazio alle immagini, piuttosto che alle parole: se le linee di Nazca o Macchu Picchu sono simbolo della capacita' umana di modellare la natura a proprio uso ed interesse, queste immagini ci ricordano che Madre Natura e' sempre piu' forte di noi.














faglie apertesi sulla costa...












... e la distruzione in citta'


Con questo finisco la descrizione del viaggio. Nel prossimo post aggiungero' foto del popolo andino, che ho scattato nella varie zone visitate.

Rimanete sintonizzati,
il Vostro bugia nén

Peru - il viaggio - da 0 a 5000m di altitudine e ritorno - Parte I

Sono or ora di ritorno da 3 settimane in giro per il Peru: un paese magnifico, dai mille climi, colori e cibi, nonche' culla di civilta' che hanno prodotto Macchu Picchu e le linee di Nazca... tanto per citarne un paio.


Tutto ha inizio il 15 agosto, con una spiacevole sorpresa, poco prima dell'arrivo a Lima un violento terremoto si abbatte su Pisco (200km a sud di Lima), mietendo un migliaio di vittime e radendo al suolo buona parte del paese e della zona circostante. Pisco dovrebbe essere l'ultima tappa del nostro giro, dopo quasi 20 giorni di viaggio, ma dobbiamo passare da li' per iniziare il lungo cammino sulle Ande, che ci portera' a Cuzco (l'ombelico del mondo in linqua Quechua), l'ex-capitale dell'impero Inca e base di parte per le escursioni verso Macchu Picchu.

La nostra prima tappa, dopo Lima, e' la citta' di Ayacucho, citta' importante sia in periodo preincaico (culla della civilta' Wary), che in periodo colonico, visto che qui vicino i Libertadores, guidati da Bolivar e San Martin ottengono la vittoria sugli spagnoli, che sancisce l'indipendenza del Peru, nel 1835. L'arrivo ad Ayacucho, il 17 agosto, risulta particolarmente faticoso, a cause delle frane dovute al terremoto, come potete vedere qui sotto.


Il 19 ripartiamo alla volta di Andahuyllas, tappa intermedia per Cuzco, oltre 250km di sterrato. Tra lama, alpaca, bovini vari, sempre ad un'altitudine superiore ai 2500m, non manca di incontrare un bus per trasporto locale e un'oasi fluviale, in una zona a dir poco arida. Il 20 e' ancora tappa di avvicinamento alla zona Inca, oltre che di acclimatamento alla quota... arrivati a Cuzco, in serata, ci troviamo gia' a 3400m sopra il livello del mare... ma stoicamente non ci serviamo degli aiuti, tipo mate de Coca! A dir la verita', io il mal d'altitudine non l'ho proprio sofferto, neanche quando siamo arrivati a 5000m.

Il 21 iziamo la parte archeologica del nostro giro, visitando le 4 rovine di Sacsayhuaman, la collina di Cuzco. Qui si inizia a comprendere appieno il senso della cultura inca, tutta incentrata sul mondo sotterraneo (a cui si associa il serpente), il mondo terreno (il puma) e il cielo (il condor - l'uccello simbolo della liberta' andina).

il tempio del sole a Sacsayhuaman

Purtroppo la conquista spagnola a spazzato via, quasi interamente ogni altro resto inca nel centro di Cuzco, conservando solo le classiche mura degli edifici a sezione trapezoidale, e qualche traccia del grande tempio del sole e della luna (Qorikancha), all'interno del chiostro del convento di San Domenico.

Da qui inizia la nostra ascesa verso Macchu Picchu, percorrendo il Valle Sagrado degli Inca, sulle sponde del fiume Urubamba. Qui ci imbattiamo in saline di salgemma di epoca inca, ancor oggi utilizzate dalla popolazione locale... ma quello che piu' affascina e' senz'altro il paesaggio. Qui stiamo passando dalla montagna andina, un po' arida, a meno di interventi umani, alla foresta alta (infatti proseguendo oltre Macchu Picchu si finisce in zona amazzonica).












km 82 - l'inizio del cammino Inca


E poi, come per magia, ecco apparirci dinanzi agli occhi, all'alba, Macchu Picchu, la citta' perduta degli Inca.

La cittadella vista da Inti Punku (la porta del sole)...














...e l'ultimo tratto del cammino Inca, per entrare a Macchu Picchu


Non credo che le mie parole possano rendere omaggio, piu' delle foto, alla bellezza magnetica ed enigmatica di questo luogo.

A ritmo serrato, facciamo ritorno in vallata, con il treno delle Ande, e visitiamo la fortezza di Pisac. Spettacolare per l'immensita' dei terrazzamenti costruiti dagli Inca sulle falde della montagna e per gli effetti di luci e colori nelle gallerie di comunicazioni tra i vari quartieri della fortezza.














Una nuova sosta a Cuzco e' d'uopo per riposare un pochino le membra e preparsi ad una 4 giorni a 4000m e oltre (Titicaca e Canyon del Colca).

Il viaggio da Cuzco a Titicaca, riserva la sorpresa del grande altipiano centro-andino: lo sguardo si perde in una pianura arida a oltre 4000m, contornata da picchi di oltre 5000m. Per chilometri non si vede traccia umana, se non fosse per la ferrovia che porta a Puno, sul lago.















A meta' strada, non puo' mancare la sosta pranzo, nella cittadina di Ayaviri, dove il Vostro si cimenta nella degustazione del Kankacho (pecora al forno e patate disidratate) al banchetto di Doña Julia, che serve porzioni da 5 o 8 soles... ovviamente io sono andato per quella da 8. Ma c'era da chiederselo?



Quasi dimenticavo... ovviamente si pasteggia ad Inca Kola, la bevanda piu' consumata nel Peru, dal colore giallo e dal gusto di bubble gum!

Di Titicaca si potrebbe dire molto e potrei sommergervi di foto, ma preferisco essere sintetico e lasciarvi con un paio di chicche. Il posto e' assolutamente da visitare se fate un giro in Peru.











lo spettacolo dell'alba


Questo mare di cobalto a 4000m riserva grandi emozioni e poi non si puo' non fare un salto alle isole galleggianti degli Uros, isole letteralmente costruite su canna totora, che richiedono di essere continuamente lavorate per evitare che sprofondino o marciscano.


Lasciato Titicaca, il nostro fuoristrada si inerpica ancora piu' in alto, ritornando verso la costa, per raggiungere i 5000m di altitudine... l'aria, vi assicuro, e' sensibilmente piu' sottile a quest'altezza e occorre respirare profondamente, per raccogliere quanto piu' ossigeno possibile.












la lapide non mente... 4910m sopra il livello del mare, ma sono sempre in t-shirt


... il cartello ci informa di far attenzione al passaggio dei lama!

Il 28 agosto e' finalmente l'ora di preparare gli obiettivi e dimostrare di saperci un pochino fare con la macchina fotografica: siamo alla Cruz del Condor, nel Canyon del Colca, luogo ideale per l'avvistamento dell'uccello simbolo della liberta'.






















Dopo oltre 2 ore e mezza e oltre 70 foto, con la schiena un po' acciaccata, per le posizioni assurde che ho dovuto tenere per scattare, si torna in albergo a riposarsi.