Friday, March 16, 2007

Il ritorno delle mega-holding?

I mercati finanziari sono cambiati molto in questi anni e parrebbe si siano evoluti, almeno quanto a sofisticazione delle soluzioni studiate e proposte dalle varie case d'affari. Diciamo che in parte sono sostenitore di questa teoria, se non altro per esserne stato testimone, dal punto di vista lavorativo, durante i 3 anni passati a Londra.

Ora pero' leggo il seguente titolo sul Wall Street Journal: "Private-Equity firm Blackstone plans to sell stake to public". Riporto lo spezzone iniziale dell'articolo:

March 16, 2007 3:34 p.m.
NEW YORK -- Blackstone Group, a private-investment powerhouse that has managed more than $64 billion, is deep into preparations to sell a stake to the public and could file plans for an IPO in the next two weeks, a person familiar with the matter said Friday.
An offering would further the move of long-secretive private equity and hedge funds into the stock markets and give investors another way to tap into those funds' heavy fees and exploding growth.
Blackstone may sell about 10% of its management company in the offering, which could raise around $4 billion, the person said. The offering -- which would follow the IPO of hedge fund manager Fortress Investment Group in February -- could come to market in two to three months, the person said.


Insomma, i fondi di private-equity stanno pensando alla quotazione in Borsa. Di primo acchito direi che sarebbe un aspetto positivo, in quanto i maggiori controlli e i regolamenti, a cui le societa' quotate sono sottoposte, migliorerebbero la trasparenza dei fondi a beneficio degli investitori. In fin dei conti i fondi pensione sono tra i principali investitori nel private-equity (non in Italia, visto che e' vietato ai fondi pensione italiani investire in questo tipo di fondi, perche' considerati troppo speculativi), dunque e' abbastanza importante che i risparmi per la vecchiaia siano amministrati non solo con oculatezza, ma con estrema trasparenza delle pratiche adottate.


Se questo e' un chiaro fattore positivo, ritengo pero' ci siano alcune domande che, al monento, non trovano risposta. L'anno scorso il volume di Merger & Acquisition derivante da operazioni di private-equity ha rappresentato circa il 30% del totale e quello che tipicamente succede e' che l'azienda, oggetto di acquisizione da parte di questi fondi, viene ritirata dal mercato. I sostenitori del sistema, ritengono che il fatto positivo del private-equity vada ricercato nelle prospettive di ottimizzare la performance dell'azienda acquistata, visto che l'investimento e' fatto con ottica di medio-lungo periodo, mentre il mercato mira solo al ritorno nel breve. In aggiunta, visti i costi sempre piu' elevati per rispettare le rigide normative americane in fatto di societa' quotate (Sarbannes-Oxley in primis), procedendo al delisting dell'azienda acquistata, si possono ottenere sensibili risparmi di gestione, non essendo piu' soggetti a tale regolamentazione.


Ma allora, perche' quotare il fondo, ossia la holding di partecipazioni o management company, che dir si voglia? Non metto in dubbio che possa sfuggirmi qualcosa, ma mi pare di trovarmi di fronte ad un ossimoro.


Stiamo tornando agli anni 70-80 con le grandi corporation che diversificavano dal business primario, investendo in attivita' tra le piu' disparate, diventando delle holding company (le grandi conglomerate)? Esperienza dice che i piani industriali risultano di piu' difficile comprensione agli investitori; l'azienda tenta di diversificare i rischi legati ai cicli economici, ma, essendo meno efficiente di un investitore (l'investitore deve solo modificare l'allocazione di risparmio su diversi strumenti finanziari, mentre l'azienda deve acquistare e gestire attivita' disparate), finisce per generare risultati inferiori a quanto l'investitore otterrebbe per diversificazione diretta del suo portafoglio: risultato se le aspettative sono inferiori, il titolo tratta a sconto, a scapito dell'investitore. Gli anni 80 ci hanno insegnato proprio questo e abbiamo assistito a battaglie acerrime tra azionisti e manager, con la sostanziale vittoria dei primi, tant'e' che oggi il numero di conglomerate si e' sensibilmente ridotto.


Non pretendo di dare risposte, espongo i miei pensieri e sollevo i miei dubbi. Se qualcuno volesse contribuire, il libero scambio di pensieri e' ben accetto su questo blog. Fatemi sapere e pubblichero' le vostre considerazioni.


il Vostro bugia nén

1 comment:

Anonymous said...

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