Monday, January 29, 2007

Hell Week - ovvero una settimana di colloqui

Non volevo tediarvi con i racconti della settimana di colloqui lavorativi, per il lavoro estivo, ma alcuni di voi vorrebbero intraprendere la mia stessa via e mi pare utile darvi alcuni suggerimenti su quello che ho imparato.

Iniziamo dal soprannome: Hell Week. La ragione e' molto semplice e' una settimana brutale, ci vuole allenamento specifico per sostenere l'intensita' di tutti i colloqui.

Gli anglosassoni, si sa, amano le attivita' programmate, non hanno spazio per l'improvvisazione (punto a nostro favore... siamo piu' flessibili e, negli imprevisti, riusciamo a fare meglio, e' la consistenza che a volte ci manca, la capacita' di replicare all'infinito un processo ben oliato). La settimana risulta organizzata come una catena di montaggio: da lunedi' a mercoledi' nel campus c'e' il primo turno di colloqui (da ottobre a dicembre l'obiettivo e' stato quello di entrare nella lista invitati delle aziende a cui si era interessati, ragione per cui non avevo piu' una vita privata). Entro mercoledi' sera fanno sapere se si e' passati al secondo round, che si tiene presso i loro uffici tra giovedi' e sabato. Chiaramente qui sorge una complicazione: un conto e' avere tutti i colloqui nello stesso posto, tutt'altra cosa e' doversi muovere come dei matti per le vie di Manhattan... non pensiate di essere scusati se arrivate in ritardo a causa di un colloquio che ha sforato i tempi previsti. Le aziende possono essere in ritardo sulla loro tabella di marcia, ma se lo siete voi, scordatevi di ottenere un lavoro!

Tra lunedi' e mercoledi' ho avuto 7 colloqui e in 5 mi hanno chiamato per il secondo round. Quasi tutte le aziende hanno organizzato tra martedi' e venerdi' aperitivi o cene per gli invitati al secondo round... dopo i bagordi offertici durante i due mesi di preparazione alla hell week, ci invitano ancora ad assaporare filet mignon, sirloin steak e quarti di bue: sorprendentemente adesso sto mangiando solo pollo o tacchino!

Fino alle 17.30 di venerdi' nessuno e' autorizzato a contattarci per comunicare l'esito e farci, eventualmente, offerte formali di lavoro. In molti finiamo i colloqui del venerdi' poco dopo l'ora di pranzo e il pomeriggio si trasforma in una lunga attesa. L'ora x passa e da qui in poi speroma bin. Verso le 18 ricevo la prima offerta di lavoro, posso rilassarmi, l'obiettivo minimo e' raggiunto. Alle 18.30 ricevo una seconda telefonata in cui mi viene detto che non mi possono offrire il lavoro estivo, ma che vorrebbero offrirmi un lavoro a tempo pieno, ma si deve attendere l'autunno per formalizzare. Un po' indispettito, ringrazio e metto giu' il telefono: ottimo avere un'offerta a tempo pieno, quella mi servira' dopo il master, ma per il momento ho bisogno del lavoro estivo, per ragioni accademiche e poi tipicamente si finisce per lavorare a tempo pieno nel posto dove si e' trascorsa l'estate. Alle 19 ecco la terza chiamata, che porta con se' una seconda offerta di lavoro. Alle 19.30 la telefonata piu' attesa, ho 5 MD in linea: il mio datore di lavoro mi rivuole.

Il mio vicino, Carlos, ottiene anche lui varie offerte di lavoro, per cui ci intratteniamo a festeggiare, dopo cena, con qualche drink... in effetti facciamo le 3 del mattino. Il problema e' che entrambi abbiamo ancora un colloquio alle 8.30 del mattino di sabato. Con un'emicrania spaventosa, mi reco all'ultimo colloquio. Direte: in quelle condizioni avrai fatto una pessima figura! Invece no, ottengo la mia quarta offerta di lavoro.

Sulla mia scelta lavorativa, conoscente gia'. La cosa buffa e' che evidentemente tra le aziende si parlano, tant'e' vero che il lunedi' successivo mi chiamano quelli dell'offerta a tempo pieno per dirmi che ci hanno ripensato e vorrebbero offrirmi anche il lavoro estivo. Gentilmente declino l'offerta. Evito di compromettere possibili futuri rapporti professionali, ma mi sembra giusto dare precedenza a chi si e' comportato in modo piu' coerente.

Questa la cronistoria; ora vorrei lasciarvi con le mie riflessioni:
  1. Avrei potuto faticare di meno nei due mesi di eventi ininterrotti organizzati dalle varie aziende, visto che avevo alle spalle un solido curriculum, per gli obiettivi che mi ero preposto.
  2. L'ufficio di career services dell'universita' e' un disastro. Dovrebbe consigliarci su come trovare un lavoro, invece pare che la missione sia quella di scaricare gli errori sugli studenti, pretendendo cose impossibili e sciorinando suggerimenti che spaziano dall'ovvieta' all'inutilita'.
  3. Ho capito che l'erba del vicino non e' piu' verde... In passato ho criticato la mia azienda, ma questo e' parte di qualsiasi rapporto personale e professionale, l'importante e' saper confrontare le diverse realta' aziendali per quello che sono e scegliere con saggezza.
  4. Siate onesti e schietti, i colloqui saranno molto piu' semplici. E' inutile cercare di piacere, se cio' comporta adattarsi a canoni che non siano propri; la vita professionale risulterebbe impossibile, per non dire odiosa!
  5. Se vi troverete ad affrontare hell week, cercate di concentrare le vostre forze su un numero ridotto di aziende. Alcuni hanno tentato in 20 aziende (li ho soprannominati "maratoneti") e non hanno avuto neanche un'offerta. Secondo me hanno disperso energie nervose. Se non l'avete gia' imparata, una qualita' necessaria in un MBA e' la gestione del vostro tempo e delle vostre forze... servira' molto nel vostro futuro professionale e l'MBA non e' altro che una palestra di vita.
Sono stato un po' prolisso, ma ci tenevo a farvi capire il senso di questa esperienza.

il Vostro bugia nén

Saturday, January 27, 2007

Buongiorno

Riporto un articoletto che ho appena letto, scritto da Massimo Gramellini, nella sua rubrica quotidiana (Buongiorno) su La Stampa. Il giornalista e' geniale, oltre al fatto di meritarsi stima per essere tifoso granata.

L'articolo scanzona l'ultima uscita del Cavaliere... leggete e divertitevi:
Il delfino delle liberta'
«Pronto Formigoni? Che voce offesa! Non avrai creduto alla balla di Fini mio successore? Ho dovuto dirla. Insisteva. Sai come sono, questi fascistoni. Tignosi. Però anche ingenui, eh. Si accontentano di una dichiarazione. Ma noi faremo le primarie e le vincerai tu. Fini lo mandiamo alle secondarie, a ripetere l’anno con Tremonti e Casini. Ti lascio, ho una chiamata in attesa... Pronto? Il mio Tremontino preferito! Dimmi la verità: ci sei cascato. Aha aha! Figurati se penso di scaldare il posto a quel burocrate di partito che non ha mai vinto neanche una Champions League. Uno statalista che va matto per le tasse e sarebbe capace di nazionalizzarmi pure le tv. Tranquillo, Giulio, nel mio cuore e nell’anima c’è un solo prato verde e sei tuuuu. E’ di Battisti, ma te l’ho personalizzata. Saluti, mio erede!... Chi parla? Pierferdinando, lo sapevo che non ci avresti creduto. Mica t’hanno fatto democristiano per niente. Ti pare che lascio i moderati in mano a faccetta nera bella abissina: aspetta e spera! Hai sentito no, cosa ho detto ai giornalisti? “Fini è il candidato più autorevole a succedermi alla guida del futuro partito unico”. E dato che il partito unico non si farà mai, eccolo, il futuro di Fini: Finirà. Scusa un attimo... Pronto? Gianfrancone! Guarda che non mi devi ringraziare. Te lo meriti. E poi ho detto una cosa ovvia. Chi altri, se non tu? Perdonami, ho Confalonieri sull’altra linea... Fedele, ma quanto sono tonti questi politici! Mi conoscono da una vita e ancora non hanno capito che non lascerò mai niente di mio a uno che non si chiami Berlusconi».

Thursday, January 25, 2007

Il Mito

Tutti voi sapete, o avete capito dai miei precedenti racconti, quanto io ami la vela... beh, questa sera sono stato a cena al New York Yacht Club: il Gotha della vela, il club che per 132 anni ha detenuto l'America's Cup, il piu' antico e prestigioso trofeo sportivo, non solo velico.

Organizzazione della cena ad opera della mia ex e futura azienda! In fin dei conti J. Pierpont ha donato l'edificio in cui sorge la club house new yorkese, e' stato commodoro del club e con i suoi Corsair ha scritto alcune pagine epiche di storia velica.

Insomma, detta francamente, ero veramente eccitato all'idea di cenare nel posto che, per me, rappresenta un mito. Da buon giapu mi sono portato macchina fotografica al seguito e ho scattato un paio di foto (qui allegate), per poi scoprire che avevano stipulato un accordo col club, per cui non ci era concesso scattare foto! Per fortuna non credo che nessuno ne abbia avuto a male, quando ho spiegato quanto fossi felice di cenare nella sala trofei del club piu' prestigioso al mondo.

Immaginatevi il castello di poppa di un vascello del 17esimo o 18esimo secolo... addirittura le finestre verso la strada avevano il disegno tipico di quelle che abbiamo visto migliaia di volte nei film, quando si inquadrava la cabina del capitano.

Adesso la pianto di fare il bambino e vi dico solo che mi sono veramente divertito, ma credo che lo aveste gia' capito da soli. Se siete interessati di vela e volete saperne di piu' vi lascio un paio di link da consultare: www.nyyc.org e http://en.wikipedia.org/wiki/New_York_Yacht_Club. Divertitevi!

Qui fa, finalmente, un freddo polare, adesso siamo a -11... e stanotte si attende una seconda nevicata.

Un abbraccio a tutti quanti e buon weekend

il Vostro bugia nén

Saturday, January 20, 2007

Una convinzione errata

Magari questo argomento risulta un po' banale, ma avendolo appena appreso e dato che sfata una mia convinzione (credo condivisa da molti), mi pare giusto farne un veloce accenno.

Quante volte vedendo i prezzi dei vari prodotti in vendita nei negozi ci siamo domandati perche' costino €4.99 o, tornando alla Lira, £9.900? Non potevano fare cifra tonda? La maggior parte delle persone che conosco, incluso il sottoscritto, ha sempre avuto la convinzione che la ragione dietro a questo sistema di prezzatura fosse di carattere tipicamente psicologico. Se il cliente vede un 4 anziche' un 5 o un 9 anziche' un 10, si convincera' che sta pagando meno e quindi sara' piu' invogliato a spendere!

Considerazione sensata, ma errata. Gli Stati Uniti sono la patria del consumismo, per cui non stupisce che questo sistema bizzarro di prezzatura sia nato proprio qui. Ed e' forse il fatto che sia nato qui, nella terra degli sconti perenni, del marketing estremo e delle spese folli, che ci ha fatto pensare che ci fosse un trabocchetto psicologico per incastrare il consumatore e spingerlo ad acquisti disinibiti.

Ebbene no. La ragione originaria e molto piu' in stile "Padri Pellegrini" e si rifa' ai dogmi di onesta' e rigore morale su cui dovrebbe fondarsi qualsiasi democrazia che si rispetti. I proprietari di negozi non fidandosi dei loro commessi hanno cosi' trovato il sistema per controllare che i ricavi delle vendite non venisseero intascati indebitamente... come? direte voi. Ma non avete ancora capito? Se faccio pagare un prodotto $4.99, tipicamente mi verra' data o una banconota da 5 o 5 banconote da 1, quindi il commesso e' costretto ad aprire la cassa per prendere il cent di resto e deve depositare i 5 dollari nella cassa, anziche' intascarseli!

Scommetto che state gia' dicendo: ma oggi la maggior parte delle transazioni si fa con carta di credito! D'accordo, ma ormai il prezziario con cifre strane come il $4.99 e' talmente radicato nel pensiero comune che cambiarlo sarebbe una follia. E concedendo anche che forse oggi valga la nostra comune convinzione di carattere psicologico, rimane pur sempre il fatto che l'origine della pratica e' legata ad un altro tipo di necessita'.

il Vostro bugia nén

Thursday, January 18, 2007

I primi fiocchi di neve

Finalmente e' inverno anche qui a NY. Oggi pomeriggio sono caduti i primi fiocchi di neve... poca roba, non illudetevi, visto che e' velocemente diventata pioggia, pero' e' gia' qualcosa. Ovviamente qui si sta gia' pensando a un buon weekend di sci e mi hanno proposto di fare un salto ad Alta, Utah. Pare essere un posto bello, vicino a Snowbasin e Park City dove si sono svolte le olimpiadi del 2002 (Salt Lake City). D'accordo che non sia Aspen o Veil, pero' ragazzi sapete che non mi piacciono i posti stile "Sestriere". Amo la montagna per quello che e' e non per la mondanita' ad essa correlata. Vanno bene le feste al Black Sun o al Tabata, pero' se si tratta di sciare voglio posti veri.

Allego alcune foto e il link al sito di Alta http://www.alta.com/ . Come ho detto, il posto sembra veramente bello, non costa molto e soprattutto c'e' un po' di neve, che qui sulla costa est c'e' veramente penuria... a meno che non si decida di andare fino in Canada.

il Vostro bugia nén

Tuesday, January 16, 2007

Il guru di Conegliano Veneto svela il 2007

Dopo l'anno del

"Positivismo cosmico" (2004)

l'anno della

"Felicita` e Amore Universale" (2005)
"Ritmo, Ritmo, Ritmo"

si chiude l'anno di

"Lacrime e Sangue" (2006)
"All in"

Come previsto, il 2006 si e` dimostrato un anno assai fecondo di sorprese. Non solo il 2006 ci ha resi piu` popolosi, ma ci ha pure consacrati campioni del mondo. Chi ha saputo osare godra` i meritati frutti nel 2007 e le lacrime lasceranno presto il posto ai sorrisi.

Che anno sara` quindi il 2007? Purtroppo "la festa e` finita": comincia un mondo, un mondo diverso. E per chi non l'avesse ancora capito, buon "make-it or break-it" a tutti.

MZ

Monday, January 15, 2007

Assistente del prof di Economia

E chi l'avrebbe mai detto, io che ho una certa repulsione all'insegnamento, mi trovo a fare da assistente al prof. di Economia per questo semestre. Chissa' come andra' a finire! Avro' pazienza nello spiegare le cose? Come sara' correggere i compiti?

Staremo a vedere. Venerdi inizio con la prima review session e speriamo che tutto vada per il meglio. Ma me lo spiegate voi? Un ingegnere che fa da assistente di Economia. Cose mai viste. Sto iniziando a chiedermi perche' ho deciso di studiare ingegneria per poi non aver mai lavorato nel campo ed essermi quasi da subito buttato sul settore finanziario e da li' mi sa che difficilmente ne usciro' a breve. Non sarebbe stato piu' utile concentrarsi fin da subito su studi di carettere economico-finanziario?

Queste domande si stanno affollando nella mia mente in questi ultimi giorni. In fondo sono successi eventi che chiaramente hanno definitivamente indirizzato il mio futuro su un binario abbastanza chiaro... pero' non riesco a togliermi questi interrogativi dalla testa.

Sono giunto a questa conclusione, che vorrei condividere con voi tutti. Anche tornando indietro e sapendo cosa mi aspetti negli anni a venire rifarei le stesse scelte. Seguite il mio flusso logico: se non avessi fatto il Poli, avrei senz'altro optato per Economia & Commercio e, per quanto Torino sarebbe potuta essere una ottima scelta, credo che mio padre avrebbe spinto per la Catollica a Milano. Risultato non avrei potuto trascorrere alcuni degli anni piu' intensi della mia vita, crescendo con gli amici di sempre, quelli sui quali puoi sempre contare, quelli con cui anche una serata qualunque aveva sempre un suo perche' e la sua dose di divertimento.

Ma c'e' un fatto ancora piu' importante: ingegneria mi ha cambiato. Alla faccia di chi dice che l'ingegneria sia una materia arida e basata su regole numeriche, io dico che e' piu' che altro una scuola di pensiero: analizzare un problema, ridurlo ai suoi minimi termini e sviluppare una soluzione realizzabile (consentitemi l'inglese, ma qui ci sta proprio bene: a feasible implementation). Sarei qui se non fosse per i miei studi ingegneristici? In tutta buona fede ne dubito. Credo che nella vita si facciano scelte chiave, da cui scaturiscono eventi a cascata. Qui ne porto il mio personale esempio: studiando ingegneria a Torino ho avuto l'opportunita' del master di Chicago, che mi ha fornito un profilo professionale di carattere internazionale e ha facilitato il mio arrivo a Londra. Senza l'esperienza lavorativa nella grigia Albione sarebbe stato senz'altro molto piu' complicato essere ammesso alla Columbia e, in ultima analisi, gettare le fondamenta per il mio futuro professionale.

Non credo al Fato o al caso, ma alla volonta' di raggiungere un obiettivo e di mettere assieme dei tasselli che, visti separatamente, non avevano molto senso, ma assieme formano un quadro ben chiaro di cosa voglio ottenere. Insomma, siamo noi i fattori della nostra vita. Io cerco di viverla in base ai miei sogni, anche se non e' sempre facile e a volte preferirei starmene a Torino in mezzo ai miei cari... ma i miei sogni mi hanno portato qui e da qui

Canto l'arme pietose e 'l capitano
che 'l gran sepolcro liberò di Cristo.
Molto egli oprò co 'l senno e con la mano,
molto soffrí nel glorioso acquisto;
e in van l'Inferno vi s'oppose, e in vano
s'armò d'Asia e di Libia il popol misto.
Il Ciel gli diè favore, e sotto a i santi
segni ridusse i suoi compagni erranti.

O Musa, tu che di caduchi allori
non circondi la fronte in Elicona,
ma su nel cielo infra i beati cori
hai di stelle immortali aurea corona,
tu spira al petto mio celesti ardori,
tu rischiara il mio canto, e tu perdona
s'intesso fregi al ver, s'adorno in parte
d'altri diletti, che de' tuoi, le carte.

Passatemi questa cifra letteraria
il Vostro bugia nén

Saturday, January 13, 2007

A volte ritornano

Un breve messaggio ai miei ex-colleghi londinesi: la pecorella smarrita torna all'ovile! Che ci crediate oppure no torno a lavorare nella stessa azienda dove ho trascorso gli ultimi 3 anni della mia vita. Certo cambio ufficio (New York) e attivita' e al momento si tratta solo dello stage estivo, ma e' pur sempre un ritorno alle origini.

E' stata dura fare una montagna di colloqui e arrivare ad ottenere quanto desiderato... e' proprio vero che nella vita le soddisfazioni arrivano solo sudandosele.

Adesso qualcuno dira' che spesso ho criticato l'azienda e il lavoro. Vero, verissimo, ma credo che un rapporto di amore ed odio sia inevitabile quando si e' immersi in qualsiasi realta' della nostra vita. L'opportunita' di venire qui a New York per studiare e di perlustrare le varie istituzioni finanziarie a caccia di un lavoro estivo, mi ha veramente fatto capire come gli altri posti raramente siano meglio e molto spesso siano peggio di dove lavoriamo. E' la prospettiva che si ottiene quando ci si puo' staccare dalla quotidianita' del lavoro e riflettere su aspetti positivi e negativi. In piu', immancabilmente, ho riscontrato il blasone e la tradizione dell'azienda: indiscutibilmente e' considerata una delle migliori palestre formative. Non erano balle quelle che ci raccontavamo di fronte ai caffe' del mattino!

Spero di sentirvi tutti presto,
il Vostro bugia nén

Tuesday, January 09, 2007

Se volete farvi 4 risate (amare)!

Di seguito riporto il testo originale di un articolo uscito oggi sul Wall Street Journal sulla nostra amata patria. Mi sembra un resoconto abbastanza neutrale e non fazioso delle vicende e contiene considerazioni su cui e' meglio che noi tutti si rifletta.

VERONA, Italy -- For the five years of the Berlusconi government, Italy could be presented more simply than usual. Silvio Berlusconi was to blame -- for everything. Owner of three of the country's six TV networks, together with large areas of press and publishing, he clearly should not have been eligible to be prime minister as well. On trial for more than a decade for corruption of various kinds, it was at least plausible that his purposes in seeking power were evil. To foreign correspondents in Rome who despaired of explaining the complex machinations of Italian politics, its fragmented coalitions and institutionalized procrastination, this prime minister was a godsend: easy to condemn, colorful to boot. The simplistic view was epitomized in Tobias Jones's book "The Dark Heart of Italy" (2003) which carried a photo of the triumphant Berlusconi on the cover; it was a cheap equation.

Now that the man is out of power, there is some nostalgia for the easy copy. The recent discovery of frequent illegal access to the tax declarations of present Prime Minister Romano Prodi and his family in the run up to last April's elections led the BBC, among others, to suspect that Mr. Berlusconi had been planning a smear campaign. Later it emerged that Mr. Berlusconi himself had been subject to the same prying, but the BBC did not give this news prominence.

On Nov. 26, when the media magnate and leader of the country's center-right opposition fainted while addressing a political meeting, many suggested this was a sham to allow Mr. Berlusconi to ask for postponement of the trial which sees him accused, along with the English lawyer David Mills, of corrupt practices in the purchase of television rights. The trial was indeed postponed, for a few days when, a week before Christmas, Mr. Berlusconi flew to the U.S. for heart surgery.

Two recent events that have received little international coverage suggest how complex is the context in which the "monstrosity" of Berlusconi must be understood.

On Nov. 30, to everybody's immense surprise, Italy's highest court, the Cassazione, overturned the guilty verdict in an interminable trial that had seen Mr. Berlusconi's lawyer and friend Cesare Previti convicted of bribing a judge on his behalf. As prime minister, Mr. Berlusconi was frequently accused of tampering with the law to save himself and his friends from prison. (One measure permitting the over-70s to serve their sentences under house arrest was in fact known as the "save-Previti law.") So it is strange, now that the villain is out of power, to see this verdict against his closest collaborator being overturned, as if his claims that he and his team had been the victims of legal persecution were valid.

It is also strange that the parties now in power, having so vociferously attacked Mr. Berlusconi's tinkering with the law, should have introduced into the country's annual budget an amendment that limited the period during which a public administrator can be tried for corruption, this apparently to help some friend in need.

* * *

Both stories are complicated.

In 1986, before entering politics, the businessman Silvio Berlusconi contested the sale of state-owned food-processing giant SME, with 18,000 employees, to rival magnate Carlo De Benedetti, claiming that the company had been deliberately underpriced. Mr. Berlusconi won the contest in court but nine years later a witness told magistrates in Milan that the judge in the case had been bribed.

A trial against Messrs. Berlusconi, Previti and others finally got under way in 2000, but in 2003 the Berlusconi government passed a law under which the prime minister could not be asked to face trial while in office. Although this law was quickly ruled unconstitutional by the high court, the case against Mr. Berlusconi had already been detached from the main trial and he was acquitted in 2004.

Mr. Previti meantime had appealed to the highest court, claiming that the magistrates in Milan had a left-wing agenda, were persecuting him and as a result the trial should be moved. The claim was rejected and Mr. Previti was condemned and sentenced to five years, but did not go to prison since all verdicts in Italy can be appealed and sentences are not executive while under appeal, a state of affairs that does not encourage responsibility on the part of judges at the first trial.

In 2005, Mr. Previti was condemned again on appeal. With the Berlusconi government voted out of power last spring, his position seemed hopeless until on final appeal to the highest court his claim that the case should not have been held in Milan was this time upheld.

There was general astonishment. In an interview with Corriere della Sera, however, Judge Nicola Marvulli, head of the high court, explained that in 2003, although the court rejected Mr. Previti's accusations of persecution, it warned the magistrates in Milan that if the accused requested transfer of the trial for technical reasons, they would be bound to grant it since the alleged crime had occurred in Rome, not Milan. Mr. Marvulli does not understand, he says, why the Milanese magistrates insisted on continuing the trial themselves when they knew that a verdict there would be vulnerable.

What is an Italian to make of all this? Did the magistrates in Milan fear that other courts would not be so assiduous as themselves in pursuing Mr. Previti? If so, why? Did they themselves, as the defendants claimed, have motives beyond the strict application of the law? Or is it rather the highest court of appeal, as many believe, that has simply found a technical point over which it can act to defend old friends?

The constant fear that nobody, individual or institution, is acting truly independently or exclusively in the country's interests brings us to the Prodi government's first budget. It is hard for those who have not lived in Italy to understand how painfully drawn out the process of arriving at a budget is here. The government proposes a series of measures at the end of summer, which are then torn to pieces, revised, removed, reinserted and revised again before the deadline for passing the package at the end of the calendar year.

Since the Prodi government inherited a huge budget deficit but has only the slenderest of majorities in the senate, the budget process this time round was spectacularly unedifying with major concessions being made not only to the smallest parties in the coalition, but to single deputies. In a lobbyists' paradise, almost all privileged benefactors of state money escaped without facing serious cuts (the universities were a curious exception) while the government simply raised revenue through taxes, in particular a higher income tax for the better off. Given that the country's main fiscal problem is evasion, with only little over 300,000 citizens, for example, declaring incomes over $120,000, it is hard to see tax increases at the top end as a solution. Many high earners who declare little will actually benefit from the slight tax reductions for the lower income brackets.

As the sense of fiasco surrounding the proposed budget intensified and the December deadline approached, the government proposed a single "maxi amendment" of 1,365 separate points and asked for a vote of confidence on the package in the Senato, an unusual procedure, on Dec. 15.

At the last moment, however, it was discovered (by bureaucrats rather than politicians) that somebody had inserted a clause that significantly limited the time during which a public official can be tried for fiddling state accounts. Amazingly, no one seemed to be responsible for this. Members of the cabinet denied any knowledge. At this late stage, however, the amendment had to be passed in its entirety or the government would fall. Afterward, under pressure from the minister of infrastructures, a decree was passed to cancel the amendment, at which point, to everyone's surprise, it was defended by none other than the minister of justice.

* * *

In a series of books and articles the historian and journalist Paul Ginsborg has suggested that the Berlusconi phenomenon represents "a bald attempt to reassert forms of private control over the state, a modern version of an ancient patrimonialism." Certainly the man's decision to remain as party leader despite electoral reversal, age and health problems indicates the logic of dynasty rather than the prevalence of democratic party politics.

All the same, one cannot help feeling Mr. Berlusconi is only singled out for the extent of his past success, his colorful style and aggressive manner. For he is hardly the only player. The social dynamic by which everybody suspects everyone else of bad faith and ideology is always seen as a cover for faction remains endemic in Italy. It thus becomes difficult for a politician or indeed businessman to renounce any chance of power, or step back from any potentially useful association, however ambiguous, since there is the fear that without power one will be vulnerable to opposing factions or even to the supposedly independent but perhaps manipulated organs of the state.

Paranoia abounds. Everywhere old men cling on, supported by those who took their patronage. In the meantime, observing the evident perversity of public life, its general atmosphere of free-for-all in every department, the average Italian is tempted to feel that tax evasion is his inalienable right.

Mr. Parks is a professor at IULM University Milan and author of "Italian Neighbors" (Grove Press, 2003).


URL for this article:
http://online.wsj.com/article/SB116831202070471002.html

Sunday, January 07, 2007

E' inverno o primavera?




7 gennaio 2007, queste alcune immagini che ho scattato a New York oggi... sembra di essere in primavera inoltrata. Le previsioni meteo dicono che verso giovedi' o venerdi' dovrebbe finalmente arrivare una perturbazione fredda con le minime che scendaranno sotto lo zero. Staremo a vedere.

Friday, January 05, 2007

... gia' di ritorno nella Grande Mela

Le due settimane di vacanza in Italia sono volate via in men che non si dica e ieri sera sono rientrato a New York. L'arrivo e' stato un po' in stile fantozziano, visto che mi sono portato tutta l'attrezzatura per sciare, anche se inizio a dubitare di aver occasione di sciare, viste le folli temperature primaverili di questi giorni. Guardate la foto qui sotto, a sinistra il clima ieri, a destra com'era un anno fa.All'arrivo c'erano ben 14 gradi e in casa ne avevo "soltanto" 29, roba da Sahara. Oggi siamo arrivati a 20 esterni, tant'e' vero che sono uscito in maglietta e felpa, ma nel mio palazzo si ostinano a mantenere il riscaldamento acceso 24 ore su 24. E poi ci interroghiamo sul surriscaldamento del nostro pianeta? Qui per convincerli a sperperare meno risorse energetiche ci sarebbe bisogno di prezzi alle stelle non solo per il petrolio, ma anche per il gas e il carbone. Leggevo da qualche parte che gli stessi cinesi hanno standard di contenimento delle emissioni di gas serra piu' strigenti di quelli in vigore qui. Il piemontesismo "sa t'na fa piasi", di pirandelliana memoria ("cosi' e', se vi pare"), sentito dire un miliardo di volte da mia nonna, mi pare ottima sintesi per descrivere questa assurdita'.

Tornando al viaggio in aereo, ho assistito ad un paio di perle favolose. La prima l'ha combinata la coppietta di neo-sposini americani, seduti al mio fianco: si sono fatti servire da bere spremuta d'arancia e vino bianco... ho una sola parola DISGUSTOSO. Ero talmente allibito che i due mi hanno chiesto come mai fossi stupito, pare che fosse una prelibata bevanda consigliata loro proprio nel Bel Paese. Ho risposto dicendo che o era un consiglio di uno straniero o, se suggerita da un connazionale, era una sana presa in giro della loro dabbenaggine. Hanno confermato la prima ipotesi, ma non hanno voluto confermare la nazionalita' del pazzo furioso che ha propinato un tale cocktail.

Il secondo spaccato culturale riguarda uno scambio di considerazioni tra quelli della fila davanti alla mia. Discutevano di cambi valutari e la parte piu' bella e' stata quando ho sentito: "Devo ancora capire perche' con €100 mi hanno dato $120, mentre se porto $100 non mi danno €120", alla quale il vicino risponde: "Ma sei cretino? Per avere €100 ti ci vogliono $120! Quindi con $100 ti devono dare meno di €100, visto che il cambio e' a 1.30". Al che il terzo passeggero della fila salta su e commenta: "No, se restituisci i 120 dollari che ti hanno dato non riceverai gli originali 100 euro. L'euro e' stata la nostra rovina!". Chiaramente tre persone con le idee confuse... non dico che si debba essere degli esperti, ci mancherebbe, ma, andando all'estero, almeno cercare di capire come funzionino i cambi, giusto per sapere quanto si sta spendendo, potrebbe essere un'idea. Certo che anche gli agenti di cambio non facilitano le cose... in aeroporto avevo buttato lo sguardo al monitor dell'ufficio cambi e avevo notato che vendevano dollari a 1.20 e acquistavano a 1.43: alla faccia dello spread! E' praticamente un cambio da strozzini.

il Vostro bugia nén

E' arrivato l'anno nuovo

Per la prima volta dopo molti anni non ho trascorso il Capodanno a Bardo, ma a Torino. Era l'unico modo per passarlo con alcuni dei miei piu' cari amici, dunque ne e' valsa la pena.

Quella che doveva essere una notte tranquilla si e' tramutata in un ritorno a casa verso l'alba e il giorno dopo e' stata veramente dura svegliarsi per andare a trovare la nonna. Diciamo che solo grazie al riscaldamento di casa in stile newyorkese, con oltre 25 gradi di temperatura, mi ha costretto a sollevermi dal sudario su cui mi ero abbandonato al mio ritorno a casa, per cercare un po' di ristoro dietro ad una rifrenscante doccia... sara' forse questo il motivo per cui mi sono buscato un raffreddore di proporzioni bibliche? Si vede che sto invecchiando.

Ad ogni modo, abbiamo passato il nostro solito Capodanno all'insegna di Bacco e Dioniso, sorseggiando copiosamente del nettare "di-vino", prodotto in Langa... bianco o rosso, con o senza bollicine e' sempre un gran bel bere!

Quello che piu' mi sorprende e' che stanno passando gli anni, mi sono da tempo trasferito lontanto da Torino, ma con "lo zoccolo duro" della Jumpin' il divertimento e' sempre uguale e irriverente nella sua semplicita'!

Ragazzi, e gli interessati sanno che mi sto rivolgendo a loro, grazie di esistere!

Natale in famiglia

Mi ci voleva proprio il Natale in famiglia. Sara' l'abitudine, ma l'idea di stare seduti a tavola in 12: nonna, zie e zii, cugini, genitori e il sottoscritto... e' una cosa che mi piace proprio. Per carita' siamo riusciti ad avere i soliti piccoli battibecchi, tipo il fatto che io sono categoricamente in ritardo! Beh, voi tutti mi conoscete e non credo che la notizia vi sorprenda.

La tradizione vuole che ci si abbuffi a pranzo, alzandosi da tavola verso le 5 del pomeriggio e che ci si ritrovi verso le 20 per la cena... oguno passa le tre ore lontano dalla tavola a ripromettersi che la cena sara' solo un pasto frugale, invece, puntualmente si mangia quanto se non di piu' rispetto al pranzo (quest'ultimo il caso delle tre forchette di famiglia, includendo il sottoscritto).

Quest'anno oltretutto mi ero concesso la sera della Vigilia una gran mangiata di agnolotti in sugo d'arrosto: LA PASTA torinese per eccellenza... lo so lo so, anche i tajarin sono una nostra specilita' e sono altrettanto squisiti, ma l'agnolotto e' frutto dell'operato divino! Fosse per me, ne mangierei tutti i giorni, sia a pranzo che a cena.


Insomma mi sono preparato alle fatiche del giorno di Natale con un allenamento speciale. Credetemi, e' servito, visto che tra pranzo e cena ho fatto il pieno di affettati, vitello tonnato, insalata russa, tortino alle zucchine, crespelle al prosciutto e formaggio, minestrina (quella a cena, che, come si dice dalle mie parti, "a sgrasa"), coniglio, arrosto, cioccolata, pasticcini, torta gelato, mousse di cioccolata e marroni, irish coffee e forse ancora altro, ma in questo momento non ricordo.... con del sano genepy per cercare di digerire! Vi assicuro che senza quello il viaggio in macchina per andare su a Bardo si sarebbe trasformato in un incubo.


Il Natale in famiglia, specialmente quando si vive lontani per parecchi mesi, e' un vero toccasana.

Bollettino neve... non pervenuta

Mio Dio! Mai visto un periodo natalizio come quest'anno. Me n'ero andato da New York col caldo e speravo di trovare un po' di freddo e neve in Italia, almeno in montagna. Invece niente. Le temperature stanno sopra lo zero quasi tutto il giorno. Arrivando a casa a Bardo verso l'una di notte il termometro sulla macchina rilevava meno due e pensare che lo scorso Natale ci eravamo beccati una tre giorni di gelo polare con la colonnina di mercurio costantemente sotto i -20: roba da Siberia... beh in effetti si trattava di una perturbazione siberiana.

Non prendete in tono sbagliato le mie parole, sciare si scia e' che manca l'atmosfera che tanto adoro della montagna in inverno. Non fosse per i cannoni si sciarebbe sulle pietre... in realta' sono gia' in bella vista e ben lo sa il buon Pierino che mi deve rappezzare la soletta del mio Völkl!

A questo punto non mi rimane che sperare nella Divina Provvidenza e auspicarmi che al mio prossimo ritorno sul suolo patrio in marzo ci sia ancora la possibilita' di farsi una sciata!


Certo mi pare ormai innegabile il fatto che il clima stia cambiando e che si stia significativamente andando verso un deciso surriscaldamento della Terra e prometto di condividere alcuni miei spunti di riflessione nei prossimi giorni.


Provo ad andare a sciare!

il Vostro bugia nén