Friday, January 05, 2007

... gia' di ritorno nella Grande Mela

Le due settimane di vacanza in Italia sono volate via in men che non si dica e ieri sera sono rientrato a New York. L'arrivo e' stato un po' in stile fantozziano, visto che mi sono portato tutta l'attrezzatura per sciare, anche se inizio a dubitare di aver occasione di sciare, viste le folli temperature primaverili di questi giorni. Guardate la foto qui sotto, a sinistra il clima ieri, a destra com'era un anno fa.All'arrivo c'erano ben 14 gradi e in casa ne avevo "soltanto" 29, roba da Sahara. Oggi siamo arrivati a 20 esterni, tant'e' vero che sono uscito in maglietta e felpa, ma nel mio palazzo si ostinano a mantenere il riscaldamento acceso 24 ore su 24. E poi ci interroghiamo sul surriscaldamento del nostro pianeta? Qui per convincerli a sperperare meno risorse energetiche ci sarebbe bisogno di prezzi alle stelle non solo per il petrolio, ma anche per il gas e il carbone. Leggevo da qualche parte che gli stessi cinesi hanno standard di contenimento delle emissioni di gas serra piu' strigenti di quelli in vigore qui. Il piemontesismo "sa t'na fa piasi", di pirandelliana memoria ("cosi' e', se vi pare"), sentito dire un miliardo di volte da mia nonna, mi pare ottima sintesi per descrivere questa assurdita'.

Tornando al viaggio in aereo, ho assistito ad un paio di perle favolose. La prima l'ha combinata la coppietta di neo-sposini americani, seduti al mio fianco: si sono fatti servire da bere spremuta d'arancia e vino bianco... ho una sola parola DISGUSTOSO. Ero talmente allibito che i due mi hanno chiesto come mai fossi stupito, pare che fosse una prelibata bevanda consigliata loro proprio nel Bel Paese. Ho risposto dicendo che o era un consiglio di uno straniero o, se suggerita da un connazionale, era una sana presa in giro della loro dabbenaggine. Hanno confermato la prima ipotesi, ma non hanno voluto confermare la nazionalita' del pazzo furioso che ha propinato un tale cocktail.

Il secondo spaccato culturale riguarda uno scambio di considerazioni tra quelli della fila davanti alla mia. Discutevano di cambi valutari e la parte piu' bella e' stata quando ho sentito: "Devo ancora capire perche' con €100 mi hanno dato $120, mentre se porto $100 non mi danno €120", alla quale il vicino risponde: "Ma sei cretino? Per avere €100 ti ci vogliono $120! Quindi con $100 ti devono dare meno di €100, visto che il cambio e' a 1.30". Al che il terzo passeggero della fila salta su e commenta: "No, se restituisci i 120 dollari che ti hanno dato non riceverai gli originali 100 euro. L'euro e' stata la nostra rovina!". Chiaramente tre persone con le idee confuse... non dico che si debba essere degli esperti, ci mancherebbe, ma, andando all'estero, almeno cercare di capire come funzionino i cambi, giusto per sapere quanto si sta spendendo, potrebbe essere un'idea. Certo che anche gli agenti di cambio non facilitano le cose... in aeroporto avevo buttato lo sguardo al monitor dell'ufficio cambi e avevo notato che vendevano dollari a 1.20 e acquistavano a 1.43: alla faccia dello spread! E' praticamente un cambio da strozzini.

il Vostro bugia nén

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