Saturday, August 12, 2006

... e finalmente in barca!


Nella città che ospita la sede dello Yacht Club che per più a lungo ha detenuto la mitica Coppa delle 100 Ghinee, meglio nota come America's Cup, non poteva mancare che io finissi per buttarmi in qualche regata... e infatti, a meno di 2 settimane dal mio arrivo, eccomi già a orzare e poggiare, issare lo spi, ingaggiare gli avversari e sbatterli in barca comitato, durante il circling di partenza. Nella vela, infatti, alla faccia di de Coubertin, non conta partecipare, ma vincere, come ben é stato esemplificato dall'assistente della Regina Vittoria, che, alla domanda della sovrana su chi fosse secondo dietro alla goletta America nella storica prima regata della coppa nel 1851, rispose: "There is no second, Your Majesty"... infatti la seconda classificata era a oltre 20 minuti dal vincitore!

Fatto sta che non abbiamo vinto, ma per essere un equipaggio che non aveva mai veleggiato assieme su 5 regate siamo arrivati una volta secondi e una terzi... non male come inizio, anche se bisogna lavorare sullo spi, per farlo portare come si deve.

La giornata e' iniziata prestissimo, sveglia alle 6, alle 6.30 ritrovo alla fermata della subway, da lì fino a Penn Station, dove abbiamo preso il treno per Port Washington, Long Island, dove ha sede il Knickerbocker Yacht Club: qui noi studenti Columbia abbiamo degli sconti eccezionali per diventare soci e veleggiare in allegria in un posto molto carino, stile Oyster Bay... non sembra quasi vero di essere in un ambiente quasi incontaminato a soli 40 minuti di treno da New York City.

Il ritorno questa volta é stato meno movimentato, rispetto alla gita a Oyster Bay, ma Lele era sfinito e io pure ero abbastanza stanco. In fin dei conti stare oltre 7 ore in barca sotto il sole é solitamente abbastanza impegnativo. L'importante, come sempre, é essersi divertiti e, per quel che mi riguarda, potete immaginare la risposta... mi sono divertito moltissimo. La barca, come ben sanno i miei "sfortunati" genitori, é una di quelle cose, per cui ho sempre avuto una grandissima passione, tanto che, prima di convincermi che ingegneria sarebbe stata la mia strada (decisione presa all'età di 12 anni... e infatti si é visto per quanto tempo ho esercitato la professione per cui ho studiato!), avrei voluto diventare il comandante di una nave! Semplicemente amavo e continuo ad amare troppo il mare, per pensare di non passarci un periodo quanto più lungo possibile ogni anno.

Il Vostro bugia nén.

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